Elena Gneo
Come ho iniziato ad amare gli animali ed in particolar modo i cani e i cavalli? Perché quando sono nata, mia madre ebbe una forte crisi post parto così ci trasferimmo in un piccolo paese di montagna, nel modenese, dove vivevano i nonni, nonni materni che mi fecero da genitori per i miei primi cinque anni.
A soli tre anni aiutavo il nonno a gestire la stalla con 12 cavalli oltre a mucche, maiali, oche, galline, conigli e ovviamene cani. Erano tutti i miei compagni di gioco, con loro condividevo momenti felici, a loro confidavo il motivo della mia tristezza o rabbia, con alcuni di loro condividevo anche la mia merenda.
Ecco come ho iniziato ad amarli, a capire che sarebbero stati parte integrante e fondamentale della mia vita. Voglio fare la veterinaria dissi, ma purtroppo la vita non sempre ti fa percorrere la strada che vorresti.
Ma procediamo con ordine. Il mio primo cane, quello di cui mi sono davvero presa cura, per il quale mi alzavo di notte a controllare che stesse bene, è stato lui, Pallino, un volpino preso al canile.
Una mattina, il giorno del mio ottavo compleanno, siamo saliti in macchina diretti al canile per capire come fare una adozione e lui era là, nella gabbia, insieme ad altri cani molto più grandi e grossi di lui, non si muoveva, era in un angolo ma i nostri sguardi si sono incrociati.
Abbiamo proseguito nel giro accompagnati dal volontario ma alla fine tornai da lui. Era ferito, era stato morso alla coscia e non riusciva a camminare, aperta la gabbia venne verso di me trascinandosi e fu subito amore, diventammo inseparabili.
Nella mia mente si concretizzava un sogno, la veterinaria. Mi presi cura di lui, lo medicavo più volte al giorno, lo portavo fuori in braccio per tre piani di scale e alla fine Pallino si riprese.
Nella mia camera iniziarono a far capolino i libri, “sì”, libri sull’addestramento dei cani, sulle caratteristiche di razza, volevo saperne di più volevo conoscere a fondo le origini di quegli esseri così unici e speciali.
Quando Pallino morì, mi resi conto di non poter vivere senza cani al mio fianco e un giorno, una famiglia di giostrai che tutti gli anni si fermava qualche giorno nel piazzale della chiesa vicino a casa mia, arrivò con due piccoli cuccioli.
Li tenevano liberi sotto alla roulotte e il pensiero che potessero essere travolti dalle auto di passaggio mi angosciava.
Feci di tutto per convincere i giostrai a regalarmi i cucciolotti e non dimenticherò mai l’espressione di mia madre quando aprì la porta e mi vide con i cani, “e questi?” disse, “sono miei, me li hanno regalati i giostrai” le risposi.
Dopo tanti libri letti volli provare a mettere in pratica un po’ di nozioni di educazione di base, in casa, con un cane alla volta iniziai i miei primi esercizi di addestramento. Quanta soddisfazione e quanti errori a ripensarci ora dopo quasi trent’anni.
Ma certo, ecco l’illuminazione! Ma perché non ci ho pensato prima, mio padre è un poliziotto, invece di dover aspettare tanto tempo e studiare per molti anni, posso entrare nella squadra cinofila della polizia.
Inizia così un lungo periodo di persuasione, sterile purtroppo ma con una sorpresa. Era inverno, ed io una ragazzina, quando arrivò Boss, il mio pastore tedesco.
Mio padre mi portò a casa questo batufolo di soli 3 mesi con il quale iniziai a frequentare il primo campo di addestramento. Stavamo ore ad eseguire esercizi sotto la neve, nel fango e al freddo mentre i miei genitori mi aspettavano in macchina ammirando la nostra determinazione.
Era il campo della Polizia, dove si addestravano gli agenti delle squadre cinofile, questo fu il regalo più bello e importante che mi fece mio padre.
Quanti ricordi… ancora oggi dopo tanti anni sorrido ripensando a quei momenti vissuti così intensamente.
La voglia di imparare e lavorare con i cani, curandoli e addestrandoli si fece sempre più forte, così iniziai un periodo di volontariato al canile.
All’inizio portavo solo cibo o stracci utilizzati nelle cucce per l’inverno, poi conquistata la fiducia degli altri volontari e di alcuni cani ospiti, iniziai a portarli fuori per brevi passeggiate, ma solo i cani più “tranquilli” quelli adottabili mi veniva detto e gli altri lasciali in gabbia. Ma quando passi lungo i corridoi e ti fermi solo un attimo, puoi quasi toccare la sofferenza che c’è nei loro sguardi, stanno lì in attesa di una parola dolce, di una carezza, di uno sguardo complice e ti rubano il cuore, proprio loro, quelli più bisognosi e definiti “i problematici”.
Ecco che alcuni di loro sono diventati la mia missione, il pauroso, il cucciolo nato in canile, l’aggressivo e il super energico ed eccitabile.
Ho iniziato a studiare, ho frequentato il corso propedeutico educativo ottenendo l’attestato e ho partecipato a molteplici stage e seminari sulla gestione della paura e dell’aggressività per poter lavorare con tutti loro ogni volta che potevo impostando come gioco anche le basi per attività sportive e riuscendo a fargli vivere parentesi di “vita normale” che li ha aiutati ad integrarsi e a riconquistare la fiducia in loro stessi e nell’uomo.
Potevo vedere di nuovo la gioia di vivere nei loro occhi e per alcuni di loro si riaccendeva la possibilità di essere adottati, di trovare una famiglia che li amasse.
Oggi, dopo tanti anni, non faccio parte della squadra cinofila della polizia e non sono nemmeno una veterinaria ma la mia passione per i cani continua e trova realizzazione al Centro Cinofilo Felicia a Mercatale Ozzano dell’Emilia Bologna, dove posso insegnare e praticare vari sport grazie agli ampi spazi e ai campi al coperto.
Ora si può fare addestramento a Bologna tutti i giorni dell’anno! Basta freddo, pioggia, fango fino alle ginocchia o neve, ma anche sole e troppo caldo, al campo del Centro Felicia si può fare attività sempre al coperto e su erba sintetica.
Ma torniamo a noi, gli anni passano e le soddisfazioni non mancano, anche se ho dovuto realizzare il mio sogno ponendomi obiettivi diversi, gli amici a quattro zampe sono sempre presenti e mi hanno spinto a scoprire nuove discipline come l’agility dove il binomio uomo-cane si fonde in una sola entità eseguendo di corsa una sequenza piena di salti, con palizzata, passerella e tubi; la rally-o un percorso di esercizi fatti in obbedienza dove lo sguardo che unisce il binomio è la chiave che ti porta al risultato finale; il mantrailing ovvero la “ricerca” che mi ha subito affascinato e fatto scoprire l’incredibile olfatto dei cani spingendomi ad approfondire l’argomento seguendo stage con istruttori esperti nella ricerca e soccorso in ambiente urbano ed extra urbano oltre a stage sulla discriminazione olfattiva e molecolare, si tratta infatti di cercare persone scomparse che il cane poi ritrova seguendo con il fiuto la pista odorosa.
La “ricerca” mi ha permesso di poter lavorare con il mio cane Sky, timoroso e schivo, abbaiava a tutti e tutto e se eccessivamente impaurito poteva arrivare a mordere.
Dovendo cercare il disperso che era colui che al ritrovamento lo avrebbe premiato con il cibo, Sky ha imparato con il tempo ad avere più fiducia, ha acquisito maggior sicurezza in sé e ha imparato a gestire lo stato di tensione che provava, tutte competenze che ha mantenuto anche nella quotidianità migliorando sia la sua che la mia qualità di vita anche nelle passeggiate.
Un’altra attività che non si fa in campo e a Bologna la trovi al centro Felicia, è la piscina per cani.
Permette di fare sport acquatici, sono attività da poco diffuse in Italia ma che mi hanno permesso di scoprire una nuova modalità di addestramento e di qualificarmi come TSA tecnico di sport acquatici di 1° livello.
È grazie a questa disciplina sportiva, che ho potuto aiutare alcuni cani come un Border collie a vincere la paura fobica del cielo. Essendo la piscina estiva ovviamente all’aperto, la scia degli aerei lo mandavano in uno stato di “blocco”, che si definisce freeze ovvero stato di immobilità.
È una condizione mentale in cui il cane apparentemente sembra tranquillo ma in realtà si immobilizza e non comunica più; la voglia di entrare in acqua con il proprio padrone e condividere momenti di gioco e di allenamento, lo hanno aiutato a vincere questa sua paura degli aerei.
O quando la cucciola di jack russell terrier ha visto per la prima volta la piscina, un piccolo concentrato di pelo indomabile nato per la caccia che senza pensarci un solo istante, si è tuffata e ha iniziato a girare per tutta la vasca, era imprendibile! Ma l’espressione soddisfatta del conduttore/proprietario quando è riuscito a farla stare seduta sulla pedana di ingresso aspettando il suo “entra!”
Ricordo anche con estrema simpatia un meraviglioso Mastino dei Pirenei, tipico cane da montagna che doveva imparare a nuotare perché la proprietaria andava al mare e facendo delle escursioni in barca voleva essere tranquilla se il “gigante” di 70 kg fosse caduto in acqua. Quante risate, passò mezz’ora prima di convincerlo a bagnarsi solo il primo piede stando ancora sulla rampa di ingresso della piscina.
Poi, dopo qualche lezione e con il giusto approccio, eccolo entrare tuffandosi, si, tuffandosi proprio verso di lei che lo aspettava già in acqua.
Passò davvero poco tempo prima che mi inviasse le foto di lui al mare mentre nuotava. Ne rimase così colpita e meravigliata che ancora oggi lo racconta con orgoglio e questo mi riempie il cuore. Riuscire a dare nuove competenze e strumenti sia al cane che ai membri della famiglia per poter condividere insieme esperienze e momenti indimenticabili ripaga dei sacrifici fatti per poter arrivare fin qui.
Sono 40 anni che vivo a stretto contatto con i cani e condivido con loro molteplici esperienze ma non smetto e non smetterò mai di emozionarmi, ogni giorno è come se fosse il primo, anche se tirano al guinzaglio o abbaiano troppo e a sproposito, se a volte non rispettano i comandi o hanno atteggiamenti inadeguati, restano sempre per me una scuola di vita. Loro amano incondizionatamente e sono sempre al nostro fianco pronti a consolarci nei momenti tristi e a riempire le nostre giornate.
Ecco perché ho voluto capire e imparare il linguaggio del cane, per riuscire a relazionarmi meglio con loro cercando di evitare e prevenire situazioni sgradevoli anche nella quotidianità.
Perché ho iniziato ad amare i cani? Perché loro sono semplicemente… loro stessi.